Lucilla D’Antilio

L’arteficeceramica, 32 h x 35 l cm, 2017
Il gioco del “picchio”. Chi è l’artefice? La trottola intesa come esistenza, o l’uomo? Metafora della vita: l’uomo nasce dal movimento vorticoso della trottola che lui stesso aziona.

Lucilla D’Antilio, compie studi artistici e  insegna all’Istituto d’Arte a Roma. Circa venti anni fa ha iniziato a perdere la vista fino a giungere ad un totale azzeramento della capacità visiva. Nel 2013 ha seguito un programma riabilitativo presso l’Istituto Sant’Alessio di Roma e iniziato a modellare la creta. Ha partecipato ad iniziative formative con diversi scultori: Alessandro Kokocinski, Felice Tagliaferri, Luigi Turati, alla Scuola di Arte Sacra di Firenze, Marco Augusto Duenas, nei Simposi di scultura in marmo della società Pemart di Carrara con Felice Tagliaferri e Roberto Domina. Nel 2015 ha esposto, con il gruppo Mano Sapiens, nelle seguenti mostre; Musei Capitoli a Roma, “La grande arte della disabilità” Margutta Art Village – Roma, “Open boreders, open minds”  a Roma. Nel 2016 espone nelle seguenti mostre: “MAC Donna” a Sabaudia (Lt), “Arte per tutti” al Palazzo Panciatichi  di Firenze, “Toccami con lo sguardo” a Roma, “Dalle mani alla sacralità nell’Arte” a Sala (BO)  con lo scultore Tagliaferri, a Fiuggi in settembre e ottobre  2016  mostra personale, Mostra “Legàmi” Casa Internazionale delle Donne a Roma e ha compreso che per lei esprimersi artisticamente è ancora possibile, ritrovando una matita virtuale per   tracciare le forme che fluiscono dalla sua immaginazione.